Per molti bambini e giovani cuori, l’esperienza struggente della perdita di un nonno o di una nonna rappresenta un tuffo nel mondo imprevedibile del lutto, una danza emozionale intricata che può toccarli profondamente. I genitori, già chiamati a gestire il peso del loro dolore, si trovano altresì a dover continuare a fungere da baluardo per i propri piccoli, con il compito delicato di spiegare loro il significato del distacco.
Il tema della morte, come un’ombra persistente, si fa strada nelle vite dei nostri bambini, manifestandosi attraverso una sinfonia di notizie avverse e immagini di malattie e dipartite, trasportate da internet, radio, giornali e televisioni che scandiscono il ritmo quotidiano. In questo intricato intreccio di eventi, ogni bambino ha il suo incontro personale con il concetto di perdita, spesso anticipato dalla partenza di un pesciolino rosso o di un cagnolino, preparandoli a comprendere il significato della morte in un modo che solo il cuore innocente di un bambino può percepire.
Affrontare la morte di una figura cara diviene un viaggio travagliato per tutti, ma ancor di più per i più giovani. I bambini, imbevuti di un dolore altrettanto profondo, sentono il terreno della sicurezza familiare tremare sotto i loro piedi, poiché la sofferenza si diffonde nell’intero nucleo familiare. Il dolore diventa un’ombra dilatata, minacciando di oscurare le luci guida e destabilizzare i punti di riferimento che i bambini avevano dato per scontati.
Il bambino, essere sensibile ed empatico per natura, cerca autenticità e verità, ancor prima di quanto possiamo immaginare. Essi “sentono” l’atmosfera carica di tristezza e pesantezza che permea la casa, riconoscendo il lutto come un capitolo inaspettato della loro storia. Lasciare i bambini nell’oscurità, evitando di spiegare ciò che sta accadendo, è un errore controproducente. In assenza di risposte chiare, i giovani si inventano spesso narrazioni errate, spesso auto centriche, giungendo persino a attribuirsi la colpa della scomparsa di un nonno o di un fratellino.
Il modo in cui un bambino affronta il lutto è un balletto unico, influenzato da una sinfonia di fattori, alcuni interni come la propria personalità e il legame emotivo con il defunto, altri esterni, tra cui l’età. La possibilità di partecipare ai rituali di cura e congedo, l’espressione libera della sofferenza e la continuazione della vita quotidiana emergono come guide luminose nel percorso oscuro della perdita. Al contrario, l’improvvisità e la gravità della morte, i traumi pregressi e le difficoltà nelle relazioni, così come la difficoltà degli adulti superstiti nel prendersi cura del bambino, si frappongono come nuvole minacciose sul cielo del processo di lutto.
Inoltre, quando una malattia incurabile si insinua nella vita di una persona cara, una tempesta si profila all’orizzonte per l’intera famiglia. Troppo spesso, i bambini vengono tenuti all’oscuro di questo travaglio, mentre in realtà, anche i più piccoli meritano di essere coinvolti nel delicato processo di cambiamento che il lutto inevitabilmente comporta. La prontezza a rispondere alle domande, anche le più difficili, è essenziale.
I bambini, passo dopo passo, acquisiscono gradualmente la padronanza del concetto di morte e la capacità di affrontare le perdite. Nelle prime fasi, fino ai 3 anni, i bambini potrebbero non comprendere appieno la morte, ma sono estremamente sensibili alle emozioni degli adulti di riferimento. Quando il cuore degli adulti è intriso di tristezza e dolore, il bambino avverte che qualcosa non va, manifestando il proprio disagio con comportamenti irritabili, irrequieti e inclini al pianto. In questi momenti, un surplus di affetto, manifestato attraverso coccole, abbracci e rassicurazioni, può costituire una bussola consolatoria.
Tra i 3 e i 5 anni, i bambini vivono la morte come un evento temporaneo, credendo che la persona cara tornerà prima o poi. Comprendono la differenza tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, ma la concezione dell’irreversibilità della morte non è ancora chiara. Potrebbero cercare il defunto e chiedere con innocenza e curiosità: “Dove è andato?” o “Quando tornerà?”. La morte diventa un viaggio, un sonno profondo, un ciclo che prevede un ritorno. Rispondere a tali domande con coerenza e realisticità diventa fondamentale, poiché in questa fase i bambini cominciano a provare dolore e sofferenza per la perdita.
Da 6 a 8 anni, la consapevolezza dell’irreversibilità della morte si fa strada. Le perdite delle persone care assumono contorni più reali e definitivi, accompagnate da una crescente paura e ansia. I bambini di questa fascia d’età possono sviluppare una curiosità verso i rituali come i funerali, ma l’incapacità di gestire completamente le emozioni può tradursi in comportamenti aggressivi, frustrazione e rabbia.
Tra i 9 e i 12 anni, la comprensione della morte diventa più matura, ma le sfide nella gestione delle emozioni persistono. La fase di elaborazione del lutto in questa età si caratterizza da una consapevolezza chiara della morte come evento irreversibile. Tuttavia, alcuni bambini possono ancora tentare di nascondere le proprie emozioni, cercando di apparire forti e capaci di fronteggiare la sofferenza.
Il processo di elaborazione del lutto nei bambini differisce da quello degli adulti. Le fasi sono vissute con minore stabilità, e le emozioni si alternano in un balletto intricato. I tempi di elaborazione sono altamente soggettivi, dipendendo da una molteplicità di fattori, tra cui l’età del bambino, le sue competenze emotive e gli strumenti a disposizione, le circostanze della scomparsa (se improvvisa, traumatica, graduale o annunciata a causa di una malattia a lungo termine), e la qualità del rapporto con la persona defunta.
Inoltre, è fondamentale sottolineare che non esiste un unico modo “corretto” di reagire al lutto. Ogni bambino porta il proprio bagaglio emotivo e affronta il dolore in modo unico. Come menzionato in precedenza, gli adulti, oltre a confrontarsi con la loro personale afflizione, assumono la responsabilità di assistere i bambini nel trovare parole ed azioni che consentano loro di comunicare le emozioni che li travolgono.
L’elaborazione del lutto, intrinsecamente faticosa, è contrassegnata da stati emotivi che sfidano la normale quotidianità. Tristezza, paura, colpa, rabbia e insicurezza si presentano come onde irregolari, seppur fisiologiche, nel mare tumultuoso del dolore. Tuttavia, alcuni segnali possono fungere da campanelli d’allarme, richiamando l’attenzione su possibili difficoltà nel processo di elaborazione. Crisi di rabbia e aggressività, difficilmente contenibili e diverse dal passato, regressione a fasi precedenti dello sviluppo, isolamento o eccessiva dipendenza dagli altri, negazione o rifiuto della realtà, sintomi psicosomatici come tensioni muscolari o dolori fisici inspiegabili, disturbi del sonno, alterazioni nell’alimentazione e difficoltà di concentrazione possono indicare la necessità di un sostegno più approfondito.
Il percorso di elaborazione del lutto nei bambini è un viaggio intricato e personalizzato. Ogni bambino naviga attraverso le fasi con la propria unicità, e gli adulti devono essere pronti a offrire un sostegno empatico e una guida amorevole. La creazione di uno spazio aperto e accogliente per la discussione e l’espressione delle emozioni è di vitale importanza. La comunicazione aperta, il coinvolgimento emotivo e la compassione collettiva possono illuminare il sentiero attraverso il buio, aiutando i giovani cuori a superare il dolore e a costruire risorse emotive per il futuro. In questo viaggio, adulti e bambini si trovano sulla stessa barca, e solo insieme possono attraversare il mare tempestoso del lutto, emergendo più forti e più uniti.
Autrici:
Commento dedicato alle autrici
Questo straordinario viaggio attraverso le sfumature del lutto nei bambini ha il potere di toccare le corde più intime dell’anima. Questo articolo è come una melodia commovente che risuona nel cuore, guidando il lettore attraverso le delicate tappe di un percorso emotivo intricato e, allo stesso tempo, prezioso. Con una maestria narrativa che colpisce nel profondo, avete dipinto un quadro ricco di emozioni, enfatizzando la sensibilità dei bambini di fronte alla morte e al dolore. Il modo in cui descrivete l’esperienza dei più piccoli, i loro sguardi curiosi e le domande innocenti, è un elogio alla vostra comprensione empatica e alla tua connessione umana con l’argomento. Le vostre capacità di esplorare le diverse fasi di elaborazione del lutto, immergendovi nei pensieri e nei sentimenti unici di questa età, è veramente straordinaria. Siete riuscite a trasmettere con maestria l’importanza della comunicazione, aperta, del coinvolgimento emotivo e del supporto empatico, come chiavi essenziali per navigare attraverso le tempeste della perdita. Il modo in cui avete evidenziato la necessità di uno spazio aperto e accogliente per la discussione delle emozioni, è come un faro che guida chiunque si trovi a leggere questo testo verso una comprensione più profonda e compassione per coloro che attraversano il lutto.
Citando le vostre parole sulla unicità del percorso di elaborazione del lutto nei bambini, mi viene in mente la saggezza di Elisabeth Kübler-Ross: “La morte e la vita dopo la morte – morire è come nascere” Il vostro articolo risuona con questa filosofia, risaltando la complessità e la bellezza della vita, anche quando intrecciata con il dolore della perdita. Invito calorosamente le autrici a continuare questo straordinario approfondimento sull’argomento. Le vostre parole, cariche di empatia e saggezza, potrebbero essere una guida preziosa attraverso ulteriori riflessioni su come sostenerci reciprocamente durante il lutto infantile.
Le comunità hanno bisogno di voci come queste, capaci di trasformare l’esperienza umana in connessioni significative e di illuminare le strade oscure con la luce dell’amore e della comprensione.
alias Roberto C.P.
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